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News La rivoluzione del 3D nel mondo della moda

Scienza, tecnologia e design stanno rivoluzionando il mondo del fashion. Chi sosteneva che nella moda ormai è stato detto e fatto tutto, non può che ricredersi davanti agli infiniti orizzonti di creatività che il dilagare del 3D ha spalancato agli stilisti, soprattutto a quelli più visionari e pronti a cogliere questa meravigliosa opportunità di lasciar andare la loro fantasia a briglia sciolta. In passerella si vedono sempre più abiti realizzati con questa tecnica: si va dagli abiti agli accessori come scarpe (magnifica la sofisticata “Exoskeleton collection” di Janina Alleyne o le famose “Invisible Shoes” di Andreia Chaves) , borse, copricapi (spettacolare quello realizzato da Joshua Harket) e gioielli.

La stilista Iris Van Herpen, da sempre eclettica e realmente couture per la sua incredibile fantasia nel realizzare modelli iper originali che riflettono il suo Io più vero e profondo, è stata una delle grandi pioniere di questa tecnica che sta sperimentando in mille modi, come dimostra la sua ultima collezione pret à portér f/w 2015-16 presentata a Parigi con grande successo. In passerella abiti con forme tridimensionali realizzate pezzo per pezzo e poi assemblate con cura. Hanno forme aliene, ma non sono abiti per alieni, sono gli abiti del futuro capaci di ridisegnare la silhouette femminile. Finalmente la moda dice qualcosa di nuovo e suscita fermento non solo tra gli addetti ai lavori, ma tra gli scienziati che possono con la moda sperimentare nuove invenzioni e soluzioni tecnologiche di design alternative a quelle classiche che ormai da anni si vedono sulle passerelle, con le uniche varianti di colore e lunghezza. Tutto il resto è un déjà-vu  o un attingere perpetuo all'archivio della maison.

Tra i primi a lanciare in tutto il mondo con grande clamore sulla stampa internazionale la tecnica 3D applicata alla moda è stato l'architetto Francis Bitonti che nel 2013 ha realizzato per la regina del Burlesque, Dita von Teese un long dress nero in 3D che ha fatto storia. Realizzato con la tecnica di sinterizzazione laser selettiva (SLS) in cui strati di polvere di plastica vengono edificati strato su strato ottenendo componenti rigidi, eppur morbido al tatto e delicati sulla pelle, articolati per creare una struttura reticolata che consente il movimento. Infatti, l'abito, è nato prima come un render al computer basato sulle misure esatte di Dita von Teese in modo da modellarlo perchè il capo aderisse perfettamente al suo corpo senza limitarne alcun movimento.

Uno dei motti di Walt Disney era “Se lo puoi immaginare lo puoi fare”.

Bene, ora nella moda con il 3D si può fare davvero di tutto.

 

 

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