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La rivoluzione di Mary Quant al Victoria & Albert Musem

Il prestigioso Victoria & Albert Musem di Londra, uno dei musei di moda, costume e design più famosi e amati al mondo, già teatro di straordinarie retrospettive rimaste impresse nella memoria collettiva per la loro brillante organizzazione, originalità e concept intellettuale di grande spessore sempre alla base di ogni iniziativa, sta curando la prima retrospettiva internazionale dedicata a Mary Quant. Sarà un evento senza precedenti a cui potremo assistere solo a partire dall'aprile del prossimo anni.

La mostra è ancora in fieri e si prospetta davvero gigantesca per la mole di abiti, immagini, fotografie d'epoca, video e tutto quanto testimonierà la rivoluzione scatenata da qualche centimetro in meno di stoffa su una gonna.

Strano a dirsi, ma a volte basta davvero poco per cambiare il mondo, partendo naturalmente da una brillante intuizione che poi ad effetto domino, essendo così brillante, accende tanti altri focolai rivoluzionari in altri campi come moda, musica, cinema, fotografia, design...

La mostra si concentrerà sugli anni che vanno dal 1955 e il 1975, quando la stilista gallese fece saltare tutti i canoni della moda di allora ridisegnando non solo la silhouette femminile, agendo solo dall'esterno, quanto piuttosto, agendo dall'interno, dando all'anima, dignità e personalità delle donne un nuovo potente mezzo dì espressione di se stesse. Il corpo come strumento di liberazione dalla società patriarcale. Non più nascosto pudicamente come li ha per secoli imposto l'ipocrita morale ma esibito con orgoglio perchè essere donne è un privilegio, a patto, come cercarono con fierezza di fare le femministe di quegli anni, di rieducare un mondo che il maschio si è tagliato e cucito su misura. Bisognava scucire quella corazza, se non altro allentare i legacci che la tenevano così saldamente ancorata a un modo irrazionale e provaricatorio di pensare e pretendere la donna solo come moglie e madre.

Il superficiale diventò così non poi così tanto superficiale. Per nulla effimero, anzi una autentica bandiera di libertà, seppur “mini”....

In mostra oltre 200 pezzi realizzati da Mary Quant, tra abiti, minigonne, accessori, bozzetti originali, fotografie di moda con Jean Shrimpton, Pattie Boyd e Twiggy e di cronaca con le ragazze di allora che scendevano in strada con i primi trasgressivi e iconici modelli. Sempre a firma Mary Quant non mancheranno anche cosmetici, riviste e filmati inediti dalle passerelle del tempo, alcuni dei quali mai mostrati al pubblico e appartenenti all’archivio personale di questa rivoluzionaria stilista gallese oggi quasi novantenne.

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