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L'eccellenza artigianale Made in Italy

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Se consideriamo Valentano per illustrare i cambiamenti nei distretti industriali italiani, notiamo che la singola trasformazione più importante è che oggi non troviamo più un imprenditore indipendente che organizza un complesso processo produttivo condiviso tra una schiera di micro imprese specializzate. La dimensione delle aziende è aumentata, come abbiamo notato e il ruolo di coordinamento è stato assunto dal cliente stesso, sempre le aziende leader del lusso come, Gucci, Prada, Fendi, Céline.

Valentano è specializzato anche nella lavorazione della pelle, quasi esclusivamente nell'assemblaggio di componenti semilavorati per clienti con riconoscimento globale del marchio. Questi componenti sono forniti alle aziende locali dal cliente che acquista questo materiale utilizzando appaltatori in altre parti d'Italia.

I componenti includono le parti in pelle, le chiusure in metallo, i manici a catena e tutti gli elementi necessari per assemblare la borsa. I componenti arrivano alla ditta dell'appaltatore in fasci numerati, insieme a un nastro di seta con una serie di codici prodotto individuali corrispondenti al numero di borse da assemblare. Il codice numerico è cucito in ogni borsa per garantire la tracciabilità del prodotto. Una priorità assoluta per le aziende di lusso - che sono chiamate localmente "la marca" (firma) è quella di impedire la creazione di imitazioni. I codici unici dei prodotti sono la componente più importante nel processo di assemblaggio, assicurando che le contraffazioni non possano essere scambiate per il marchio autentico. Un'ulteriore garanzia è data dall'alta qualità dei materiali e dalla superlativa maestria artigianale. La preoccupazione ossessiva per la sicurezza del marchio scoraggia la frammentazione del processo di produzione ed è una ragione chiave per cui le imprese oggi sono di dimensioni maggiori rispetto alle micro imprese degli anni '80.

Invece di avere una miriade di microimprese coordinate da un imprenditore indipendente, oggi due o tre imprenditori si assumono la responsabilità di produrre la borsa in un processo controllato direttamente dalla casa di moda. Per questo motivo, in un sistema completamente diverso da quello degli anni '80, gli appaltatori coinvolti nel processo non hanno contatti con gli appaltatori più in alto nella catena produttiva. Il cliente appalta i servizi di produzione a seconda delle necessità, lavorando spesso in piccoli lotti di una o duemila unità.

I dettagli esatti del processo di produzione sono condivisi tra l'appaltatore specifico e il cliente della moda. Le borse sono un prodotto tipico, ognuna delle quali richiede nell'assemblaggio finale una serie di processi che durano tre giorni. Il tasso di produzione e il programma sono determinati dalla dimensione e dall'urgenza della commissione, di solito dura un periodo di diverse settimane. I requisiti variano considerevolmente, ma tipicamente un contratto per duemila borse, diciamo, coprirà un periodo di circa tre mesi tra la pianificazione e la produzione. In questo esempio, venti operai che si occupano delle diverse fasi del processo di finitura e assemblaggio possono produrre una media di cinquanta borse al giorno. La durata di ogni fase del processo di assemblaggio viene calcolata in minuti in un processo negoziato tra cliente e appaltatore e il programma risultante viene fatto circolare tra i lavoratori. La squadra più piccola richiesta per raggiungere questo ritmo di produzione e questo standard comprende una ventina di lavoratori altamente qualificati.

Eppure, date le piccole dimensioni e la breve durata dei singoli contratti, anche le piccole imprese mirano ad assicurarsi più di una commissione di prodotto in qualsiasi momento. La capacità di gestire simultaneamente più operazioni di produzione determina il limite inferiore della dimensione dell'impresa, che è di circa cinquanta lavoratori. Va notato che i clienti non negoziano mai contratti a lungo termine, lasciando l'appaltatore in uno stato di perenne incertezza.

L'appaltatore è sotto stretto controllo da parte del cliente, ed è tenuto a firmare un regolamento che garantisce un'alta qualità artigianale e la sicurezza del prodotto in termini di scoraggiamento delle contraffazioni. Queste non sono le microimprese degli anni '80 e hanno un fatturato annuo lordo superiore al milione di euro.

Gli imprenditori sono essi stessi artigiani locali che hanno iniziato a lavorare nel commercio di pelle per le marche di moda negli anni '90.

La maggior parte proviene da un gruppo di una ventina di lavoratori che iniziarono a operare in questo settore in un posto di lavoro di fortuna nell'angusto centro medievale della città alla fine del millennio. Più tardi si separarono e si trasferirono nella nuova sede industriale. Questi artigiani-imprenditori conoscono i dettagli intimi di tutti i processi coinvolti nella finitura dei componenti e nell'assemblaggio delle borse. La loro preoccupazione più pressante è assicurarsi personale qualificato in assenza di qualsiasi programma di formazione locale.

Assumono giovani lavoratori, per lo più donne, con contratti di apprendistato che vengono utilizzati fino a quando il lavoratore compie 29 anni e viene assunto con un contratto standard. Gli imprenditori sono protettivi nei confronti dei loro lavoratori. Ci vogliono almeno cinque anni perché un apprendista acquisisca le competenze necessarie per lavorare autonomamente.

Gli imprenditori stessi assumono la leadership nella formazione di questi lavoratori, che guadagnano circa 1.400 euro netti al mese, un salario elevato per lo standard locale. Alcuni apprendisti possono non completare il programma di formazione, e questa è una perdita significativa per l'azienda. Un imprenditore ha espresso preoccupazione per il rischio che un concorrente possa "rubare" un lavoratore offrendo un salario più alto.

I lavoratori qualificati sono il perno per il successo della produzione. L'attrezzatura non è una grande limitazione, ed è spesso obsoleta. Il macchinario prevalente proviene dal nord italiano, specialmente OMAC, così come quello giapponese Juki. Alcune aziende usano tecniche robotiche avanzate, ma il consenso è che la regolazione manuale delle attrezzature si adatta meglio alle esigenze del processo artigianale. Gli spazi di lavoro sono puliti, luminosi e ben ventilati, con un servizio di alto livello. C'è un forte senso di cameratismo, e molti lavoratori sono imparentati tra loro, a volte anche con l'imprenditore stesso. Le relazioni con i rappresentanti sindacali sono eccellenti e i sindacati sono visti come alleati dell'azienda, specialmente nell'aiutare a navigare nella normativa italiana sul lavoro. L'azienda cliente ha un controllo decisivo sulle attività commerciali dell'appaltatore, chiedendo addirittura di vedere i bilanci dell'appaltatore prima di firmare un contratto.

I clienti vogliono essere certi che l'appaltatore copra i loro costi operativi. Un imprenditore ha affermato che i marchi vogliono anche limitare i guadagni dell'appaltatore, per inibire la loro capacità di stabilire i propri prodotti per la vendita diretta al mercato. Infatti, molte imprese internazionali non producono per la vendita diretta. Alcuni imprenditori locali hanno tentato di creare le proprie borse, ma i prodotti erano costosi, senza riconoscimento per il loro marchio e l'impresa è fallita. L'asimmetria tra cliente e appaltatore si vede anche nella divisione dei ricavi derivanti dalla vendita del prodotto finale. La quota dell'appaltatore è circa il tre per cento del prezzo pagato dal consumatore finale per una borsa di lusso.

I vantaggi per le aziende committenti sono evidenti, dato che con bassi costi e nessuna responsabilità possono pubblicizzare le loro borse come interamente prodotte in Italia. Tuttavia, nonostante l'asimmetria, gli appaltatori locali sopravvivono e rappresentano significative opportunità di occupazione locale. Un'ultima questione riguarda la localizzazione di questi distretti.

Valentano è un caso un po' isolato di distretto industriale nel Lazio. È nato grazie alla vicinanza con il distretto industriale della Toscana meridionale di Piancastagnaio, circa un'ora a nord in auto.  I contatti e le competenze necessarie per lanciare il distretto industriale di Valentano negli anni '90 provengono da questa fonte. L'epidemia di Covid ha avuto un forte impatto negativo sui bilanci, con perdite fino al cinquanta per cento. Eppure, nonostante questa inversione di tendenza, si respira ottimismo per il futuro. Questi eredi molto trasformati dei distretti industriali italiani degli anni '80 sono significativamente diversi da quelli descritti da Andrea Saba nei primi anni. La differenza più saliente è l'asimmetria tra committente e appaltatore che limita i margini di innovazione imprenditoriale.

Ma il sistema continua a rappresentare l'eccellenza del lavoro artigianale italiano nel contesto di un mercato moderno altamente strutturato. Gli imprenditori sono giustamente orgogliosi della loro capacità di mantenere il sistema industriale locale. Esso non solo fornisce lavoro ai cittadini e ricavi alle amministrazioni locali, ma permette agli imprenditori di essere attivi nel sostenere la comunità locale in molteplici ambiti, dalle attività sportive agli eventi culturali. Bruno Prota è il proprietario di un'importante azienda locale, New Life.

È un ottimo esempio degli stessi valori che hanno animato i distretti industriali negli anni '80: forte indipendenza, esperta capacità imprenditoriale, consumata padronanza del mestiere di pellettiere. Ha affrontato molte sfide in oltre trent'anni di attività professionale. Oggi l'ostacolo è sopravvivere nel mercato della moda moderna, profondamente strutturato, una sfida che affronta con il suo caratteristico ardore e determinazione.

Egli nota che un'area chiave in cui il settore pubblico potrebbe fornire più sostegno è nei programmi di formazione degli artigiani. Tali programmi di formazione sono già ben consolidati nei distretti industriali toscani. Ora è il momento di incoraggiare l'estensione di questi servizi a territori locali competitivi come Valentano.

Gregory Overton Smith 
D.Phil. Oxford
Temple University Rome

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